Repair if you care

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Ho 4 paia di scarpe invernali, da diversi anni. Alcune non messe bene, anzi, un paio con problemi anche “strutturali”, di accoppiamento tra la tomaia, la parte di sopra, e la suola, e un paio con la soletta, la parte interna, dove appoggia il piede, consumata. Potevo buttarle e andare per saldi, che di questo periodo ce ne sono. Ho fatto un tentativo, e mi sono rivolto a uno dei tanti artigiani calzolai della città, che dalle parti del mio ufficio ce ne sono addirittura due. Un piccolo negozio, un monolocale, con il retrobottega, il laboratorio, separato da una tenda dal bancone di accoglienza, niente luci sfavillanti, qualche neon, niente vetrina accattivante, pochi articoli da scaffale: insomma, un ambiente forse un po’ triste ma essenziale e sobrio.  Tre delle paia di scarpe che ho portato a sistemare sono rinate, ad un prezzo giusto, che ha ripagato il lavoro dell’artigiano che con la sua presenza anima quella via del centro, con la sua attività consente il commercio di vicinato, l’economia di prossimità e rende vivo quel pezzo di città. Lì, nel piccolo, si contrasta l’usa e getta, si lavora contro lo spreco e a favore della qualità e la durabilità dei prodotti: un operatore economico orientato alla sostenibilità, si direbbe nei convegni. Vorrei avesse un parcheggio bici fuori dal negozio, che sono sempre costretto ad appoggiare la mia due ruote al muro del palazzo. Di fronte e tutt’intorno, orlano i marciapiedi fredde, silezione e ingombranti auto, mentre dentro il locale, la si vede dall’ampia vetrina, c’è parcheggiato il mezzo di trasporto del titolare: una bicicletta. Il cartello “repair if you care” mi piace e aggiunge valore al mio encomio.

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