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Biodigestore a Pescara: alcuni numeri

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Pescara – A seguito della ipotesi di realizzazione di un impianto di trattamento anaerobico dei rifiuti organici tra i Comuni aderenti a Ambiente spa, abbiamo voluto svolgere una breve ricognizione circa alcuni parametri di riferimento geografico e di performance circa la raccolta differenziata della frazione umida. Ecco alcuni risultati.

A numero di abitanti decrescente (blu), viene fuori che tendenzialmente aumenta la distanza dei comuni (più piccoli quindi) dalla presunta sede del biodigestore (Piano di Sacco), fino a rappresentare, per la distanza superiore a 50 km, i 2/3 dei comuni soci che percorrono i 2.000 dei 2.354 km che complessaivamente separano tutti i comuni dal centro di conferimento, con un solo unico viaggio (i comuni più grandi dovranno necessarioamente fare più viaggi avendo verosimilmente più materiale da conferire).

Nel grafico che segue si riporta la % di RD. Nella prima parte, a sinistra, ci sono i comuni sopra la media del 66%: sono quasi tutti i più piccoli. Poi ci sono altri comuni ancora piccoli e poi i grandi, Pescara e Montesilvano, che non arrivano al 50%. Verosimilmente con tante azioni mirate di autocpompostaggio e di compostaggio di prossimità, i comuni più piccoli potrebbero affrancarsi dalla gestione dell’organico con il trasporto in piattaforma.

L’impianto di biogestione in esame deve approvvigionarsi di almeno 40.000 t/anno di scarti umidi fra i comuni soci. Dai dati ISPRA, che sono quelli inviati dai Comuni e validati dalla Regione, viene fuori che, anche nell’ipotesi spinta di 110 kg/ab/anno di organico, non si arriva a quel quantitativo, ma al massimo a 30 mila. Per la restante parte bisognerà quindi trovare altre 10 mila t di verde se non altro ancora (necessario per gestire il digestato).

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