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C02: l’impronta del Pendolo nella Riserva

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Alla c.a.
Sig. Sindaco
In occasione del consiglio straordinario dello scorso 3 luglio, ho avuto modo di riascoltare, in replica ad un prevedente intervento, l’attribuzione della responsabilità della realizzazione del Pendolo, all’interno della Riserva Dannunziana e in adiacenza di Via Pantini, a chi ha redatto il PAN dell’area protetta nel 2008, 15 anni fa (in effetti si trattava di una bozza dedicata agli aspetti naturalistici che l’Amministrazione dell’epoca non fece in tempo ad approvare come Piano per scadenza del mandato). Circostanza di cui invece Lei è stato convinto assertore prim’ancora che venisse aperto il cantiere, poi frettolosamente impiantato all’alba del 30 maggio del 2021, procedendo quindi all’abbattimento degli alberi  sotto l’attenta guida dell’allora Dirigente ai Lavori Pubblici Arch. Fabrizio Trisi. Anzi, all’epoca ebbe modo di illustrarne le ragioni in più di una conferenza stampa, mostrando mappe e planimetrie opportunamente assemblate. Queste poi sono andate a finire su un grande cartello posto all’interno del cantiere, allestito dallo stesso Architetto Trisi che nel suo profilo FB se ne faceva vanto, con i nomi dei presunti responsabili in bella vista.
In una nota del 21 maggio 2021, prima degli interventi di abbattimento, è stata  sottoposta alla Sua persona la versione dei fatti a cura dei sopracitati, senza aver mai ricevuto alcun riscontro.
Il Pendolo, risultato a quel tempo non a norma e quindi sanato dalla Legge Regionale sulla Forestazione, a sua volta tempestivamente modificata per l’occasione, oggi è un tracciato stradale non ancora fruibile dal traffico veicolare, ed è evidente quanto lo stesso sia stato realizzato dentro i confini della Riserva. Lungo di esso campeggia ancora il cartello “denuncia” che, alla luce dei recenti fatti, suona beffardo e sinistro, soprattutto nel ricordare in modo amaro e drammatico l’atmosfera in cui i fatti si sono susseguiti nel tempo.
Oggi sarebbe quanto meno opportuno che il cartello venisse rimosso, non costituendo obbligo espositivo (il cartello di cantiere è un altro), anche alla luce della avvenuta chiusura del cantiere (ci si chiede se l’opera debba essere ancora collaudata!).
Al contempo oggi sarebbe auspicabile venisse svolta una minuziosa indagine per fare chiarezza sul quel frettoloso e rapido avvicendarsi degli eventi, che presero il via prima che il sole sorgesse e facesse luce sulle irregolarità poi rilevate.
Per chiudere, si sottopone alla Sua attenzione, come anche alla città intera, l’elaborazione che segue: si tratta della valutazione dell’impronta ambientale dell’intervento in termini di produzione e mancato assorbimento di CO2, che tiene conto anche della dinamica funzionale della strada in quanto futuro asse di trasporto veicolare.

Impronta CO2 Pendolo Via Pàntini

Il tratto di carreggiata interessato dai lavori è lungo 600 metri e largo 8 (sono esclusi i marciapiedi), per un’area quindi di 4.800 mq. Presumendo la profondità di scavo necessario per realizzare la massicciata stradale in 50 cm, psi ha un volume estratto di terreno di 2.400 mc. Il valore medio in peso di 1 mc di terreno è 1.500 kg che per il volume indicato di 2.500 mc corrisponde ad un quantitativo di 3.600 tonnellate di materiale rimosso. Considerata la capacità media di carico di un camion trasporto terra in 20 tonnellate, per provvedere allo smaltimento del quantitativo indicato di 3.600 tonnellate presso un sito autorizzato di smaltimento posto in località Rosciano, distante 25 km da Pescara, è stato necessario effettuate 180 viaggi. Moltiplicando la distanza indicata per i 180 viaggi, raddoppiando il valore per includere il ritorno, si ha un valore totale di 9.000 km percorsi.
Il consumo medio di combustibile di un camion trasporto terra con motore diesel è di circa 3 km per litro; per effettuare i 9.000 km conteggiati, ovvero i 180 viaggi di andata e ritorno, sono stati consumati 3.000 litri di gasolio. Poiché la combustione di 1 litro di gasolio produce 2,6 kg di C02, il consumo dei 3.000 litri ha prodotto l’immissione in atmosfera di 7.800 kg di C02.
In termini comparativi, considerando che un albero adulto assorbe in un anno mediamente 20 kg di C02, per compensare il valore di 7.800 appena richiamato è necessaria l’attività fotosintetica da quasi 400 alberi (ipotizzando di parlare di un albero, di specie arborea, ad alto fusto, in clima temperato situato in città,  cioè un contesto di stress ambientali più elevati rispetto ad uno naturale, possiamo pensare che l’albero stesso possa mediamente assorbire tra i 10 ed i 30 kg C02/anno, dentro un ciclo di accrescimento in cui l’albero raggiunge la sua maturità in un range temporale mediamente compreso tra i 20 ed i 40 anni – www.reteclima.it). In condizioni buone, pertanto, un albero potrebbe stoccare nell’arco della propria vita anche più di una tonnellata di C02.
Per realizzare il tracciato stradale del Pendolo assumiamo siano stati tagliati circa 50 alberi adulti, facendo venir meno, per quanto detto in precedenza, la capacità potenziale di intercettare la C02 per un quantitativo complessivo di circa 1.000 kg che, sommati a quelli prodotti dall’attività di asportazione del terreno sopra descritta, danno un valore complessivo di 8.800 kg di C02, per la cui compensazione sarebbe necessaria l’attività fotosintetica di 440 alberi adulti che occuperebbero, ipotizzando un sesto di impianto 5×5, oltre  10.000 mq, più di un campo di calcio.
Anche il suolo assorbe C02, anzi in modo nettamente maggiore rispetto ad un albero, per un quantitativo  di circa 2 kg/mq/g (kg/metroquadrato/giorno), che per un anno fanno 730 kg.
Per realizzare la strada Pendolo sono stati asportati 4.800 mq di suolo facendo a questo punto venir meno la capacità di assordimento di CO2 per un quantitativo annuo di ben 3.500 t, per la cui compensazione sarebbe necessaria la capacità fotosintetica annua di circa 175 alberi adulti.
Lungo la strada Pendolo, secondo i dati del PGTU, potrebbero transitare in un anno anche 10 milioni di veicoli che per quel tratto produrrebbero, secondo le tabelle di riferimento di produzione di CO2 per auto per km, oltre 1.500 tonnellate di CO2 per anno (cosa che comunque accade già oggi).
Per compensare detto quantitativo sarebbe necessaria la capacità di fissazione di CO2 di 75.000 alberi, quante sono le auto di priorità presenti a Pescara (in ragione dell’attuale tasso di motorizzazione:): il patrimonio forestale della città di Pescara è di circa 20 mila alberi, quasi quattro volte di meno delle auto.

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