Che fine ha fatto il concetto di bene comune?
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Questa bici sta lì da giorni, sotto il sole e sotto la pioggia, dì e notte. L’ho rimessa in carreggiata, avendola raccattata dal prato adiacente dove era stata apparentemente abbandonata. Forse per un impeto di rabbia più che per sfregio, perché bloccata nei movimenti delle ruote da una sorta di ganascia elettronica, sopraggiunta per una qualche ragione a me ignota. Ho fatto fatica, infatti, a tirarla fuori dall’erba perché la ruota davanti non girava, e quindi l’ho trascinata e messa sul ciglio la strada, in bella vista, perché almeno la si notasse e venisse recuperata dai gestori del servizio.
Si, perché questa bici appartiene alla flotta di bike sharing free floating di Bit Mobility, l’azienda che opera a Pescara e che gestisce anche i monopattini. Non è insolito trovare mezzi disponibili in modalità “condivisa” (sharing) lasciati, nei posti più improbabili, che, quando va bene, ostacolano soprattutto il transito di persone, altrimenti sono letteralmente abbandonati se non buttati nei fiumi e, come in questo caso, nei prati.
Il senso di fastidio e di irritazione per queste azioni accomuna molte persone, e anch’io devo dire ho un moto di contrarietà verso coloro che si rendono responsabile di tali comportamenti. Poi però alzo la testa e noto che ciò che riempie il mio sguardo non sono immagini di bici o monopattini messi fuori posto, ma anche in ordine, ma una coltre di automobili che occupano ogni centimetro di strada, senza soluzioni di continuità, a perdita d’occhio. E allora mi chiedo coma mai ci rendono così facilmente irascibili e intolleranti alcuni mezzi, tra l’altro di ridotte dimensioni, lasciati in disordine e fuori posto ma facilmente spostabili, come ho fatto io, ma per nulla ci irritano migliaia e migliaia di auto parcheggiate, certamente in modo regolare, in ogni angolo di via? Ma neppure quelle poste abusivamente ad occupare marciapiedi, scivoli e attraversamenti pedonali nonché ferme, senza alcun timore di sanzioni, in seconda fila lungo le strade cittadine? Mi chiedo quindi: ma che fine ha fatto il nostro concetto di spazio come bene pubblico, libero, riservato ai cittadini? Un po’ di sana ribellione per ciò che deturpa realmente le nostre città io l’auspicherei.
Comunque se qualcuno di Bit Mobility legge questa nota, la bici sta lì, ingresso Riserva Dannunziana, provenendo da Francavilla, a destra.