Da Sulmona a Scanno e ritorno, in bici
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E’ la terza volta che faccio Sulmona – Lago di Scanno in bici, con treno + bici andata e ritorno Pescara-Sulmona. Ma questa volta ho sofferto un po’ a portare su, per 25 km di salita, i miei 75 kg più 15 di bici. In più al ritorno l’aria condizionata non funzionava e alla stazione di Pescara Porta Nuova neanche gli ascensori. Rimasto invariato invece il gusto di far girare i pedali tra verdi montagne e cielo azzurro, e tra rivoli d’acqua di torrenti e canali che si disperdono nella Valle Peligna. Pezzi forti del giro sono l’attraversamento delle Gole del Sagittario, lasciandosi alle spalle la splendida Anversa, l’invaso del Lago di San Domenico, sotto Villalago, e poi il Lago di Scanno, meta del giro.
Tutto splendido, solo che nel giorno festivo escono i centauri. Superata Anversa, il silenzio della vallata è stato infatti ripetutamente infranto dal rombo dei propulsori ancora termici di centinaia e centinaia di moto: li ho visti sfrecciare alle curve, radenti le pareti rocciose, oltre che le auto in fase di sorpasso. A Scanno ne ho trovate centinaia e centinaia, quasi fosse un raduno. Eppure la strada è ricca di cartelli che invitano a moderare la velocità soprattutto per il possibile attraversamento di animali.
E proprio mentre provavo a fare qualche percorso alternativo, in uno di questi, sotto Villalago, mi sono imbattuto in un paio di Caprioli con prole brucare l’erba dei giardini, con grande naturalità. Mi sono potuto avvicinare così tanto (ero in bici) da non destare né sospetto né paura, tanto da essere trattato quasi con indifferenza.
Arrivare in posti naturalisticamente così preziosi, sudando l’ambita ricompensa di paesaggio e di colori, e poi scoprire che in ben altro modo tanti sono arrivati prima di te riempiendo ogni angolo di spazio di auto e moto, spegne l’entusiasmo dell’impresa e forse anche il desiderio di tornarci.
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