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I vasi comunicanti di Via Marconi

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Una strada certamente “lastricata” di buone intenzioni, Via Marconi, ma che proprio non riesce a dare il meglio di sé. Ad oggi, forse questo si può dire di un asse viario del cui motivo progettuale, ispirato ai principi della mobilità sostenibile, si fa ancora un po’ fatica a cogliere essenza e identità.
L’idea prende corpo all’interno della Strategia per lo Sviluppo Urbano Sostenibile (SUS), proposta dal Comune di Pescara nell’ambito dell’Asse VII POR FESR 2014/2020, progetto di rigenerazione urbana, ecologica e sociale pensato per proiettare la città verso il futuro. È una strategia che si inserisce all’interno di un piano più ampio per il potenziamento della mobilità sostenibile che l’amministrazione comunale promuove con lo scopo di migliorare la vivibilità e la sostenibilità dell’area urbana.
Scopo nobile, ovviamente, solo che a transitarci con qualunque mezzo, anche a piedi, e nonostante i numerosi aggiustamenti di accudimento, il sistema viario sembra funzionalmente “forato” e fare acqua da più parti. Forse il problema maggiore sta lì, l’aver ritenuto sufficiente tirare lunghe linee di ripartizione della careggiata, per convogliare l’articolato flusso veicolare, e credere che sarebbe bastato a indurre automaticamente negli utenti una modifica delle modalità di fruizione della strada (intesa come spazio che che va da palazzo a palazzo, includendo quindi marciaiedi e pedoni). Così non sembra stia accadendo.
Gli esempi che dimostrano questa percezione sono tanti, emblematicamente riconducibili, e questo dovrebbe far riflettere, a infrazioni del Codice della Strada: consistono nell’agevole possibilità per tutti i mezzi, nessuno escluso, tanto meno bus e biciclette, di poter transitare su una qualsiasi corsia disponibile,  come se si trovassero all’interno di vasi comunicanti. E quelle riservate ai bus,  per via della bassa frequenza di transito e quindi per la loro “effimera” presenza, ovviamente rispetto alle auto, è la più gettonata: una corsia di cortesia dove “tracima” ogni veicolo in caso di “troppo pieno” delle altre, spesso dovuto proprio a sosta o parcheggio in zone vietate.
Emblematica è l’immagine, di qualche giorno, della Polizia Municipale che, transitando in auto verso sud nel tratto prossimo all’incrocio con via Caio Pollione (zona Via Pepe), si sofferma, forse per l’ennesima volta, di fianco a un’auto, con le 4 luci, in sosta sulla corsia del bus e sul marciapiede. Constatata l’assenza dell’autista, gli agenti fanno manovra per liberare in parte la corsia del bus e comminare la multa. Ma nel frattempo dietro, e per tutta la via, c’è chi riconquista la posizione appena persa (con tranquilluità, per il fatto che i vigili non potranno fare retromarcia lungo la corsia, tra l’altro del bus). E quindi mentre le forze dell’ordine tappano un buco, a monte se ne crea un altro, un altro e un’altro ancora.
Dall’altra parte, il bus in transito occupa certamente la sua corsia, ma che in sua assenza è di cortesia per tutti gli altri mezzi, ma proprio tutti, essendo quella più esterna, lato mare, perennemente impegnata per soste e parcheggi. E quando i vigili svolteranno alla rotatoria per tornare indietro, troveranno la stessa situazione dell’andata. E’ così, tutti i giorni. Insostenibile!
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