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Mobilità scolastica: cosa si aspetta?

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Nella giornata di martedì 13 dicembre, presso il Polo Formativo in Via Cristoforo Colombo di Roma,  si è tenuto il terzo tavolo tecnico dedicato alla mobilità scolastica sviluppato all’interno della “Linea di intervento L7 – Sviluppo di modelli e strumenti per la gestione della mobilità urbana sostenibile” del progetto CReIAMO-PA.
In particolare l’incontro ha visto i partecipanti confrontarsi sul tema: “Le azioni di mobilità sostenibile e la mobilità scolastica e le zone scolastiche”, con la presentazione di diverse esperienze di successo, tra cui alcune consolidate nel tempo.
I lavoro sono stati introdotti dai saluti della Dott.ssa Paola Schiavoni, referente ministeriale, e da un breve riepilogo, curato dall’Ing. Gabriele Paletta dell’UTS L7, delle tappe del percorso formativo. Quattro sono stati i relatori che si sono avvicendati al tavolo, illustrando io lavori svolti. Da questi, in aggiunta ad altri presentati anche durante i primi due precedenti tavoli, è apparsa evidente la ricchezza delle iniziative in essere e soprattutto quanto sia ormai matura la consapevolezza della necessità di riorganizzare la mobilità negli spazi antistanti o prossimali le scuole.
Gli interventi illustrati hanno testimoniato, prima ancora della modifica delle norme del Codice della Strada (D.lgs 285/1992), con l’introduzione del concetto di “zona scolastica” inserito al comma 58bis dell’art. 3, come più di una amministrazione si sia da tempo già cimentata nell’organizzare, nei pressi degli edifici scolastici, nuove forme di mobilità. In alcuni casi, il DL 76/2020 recante «Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitali”, e per questo detto “Decreto Semplificazioni“, ha solo ratificato decisioni già prese, consolidando le ragioni della scelta. In più di uno dei casi presentati è emersa la ricchezza e la maturità dell’esperienza, come anche la bontà dell’iniziativa e la convergenza di consensi nel tempo acquisita sui diversi fronti: istituzioni, scuole e famiglie. Da questa unicità di intenti sono scaturite idee nuove, come il tavolo della mobilità, la consulta della mobilità attiva e il coinvolgimento della ASL a Genova, ma anche il tavolo metropolitano torinese, sulle zone scolastiche, e anche una vecchia sperimentazione svoltasi a Olbia, ormai consolidata da modifiche comportamentali condivise e praticate da tutti.
Preziosa la testimonianza di Guglielmo Bilanzone di CRAS Srl, di resoconto dell’attività di monitoraggio di numerose esperienze, al fine di dare loro “materialità” attraverso un indice, come i valori di CO2 non emessi in atmosfera per i km non percorsi in auto e quant’altro.
Pur tuttavia sono ancora troppo poche le esperienze in corso mentre di gran lunga più numerose sono le situazioni di grande criticità davanti migliaia e migliaia di plessi scolastici; nonostante il contesto sia noto a tutti, nella consapevolezza del danno ambientale, di salute e anche educativo nei confronti dei ragazzi, con grande fatica le zone scolastiche stentano ad essere istituite.
Mentre il tempo di crescita delle coscienze giovanili non rallenta e procede spedito, la mobilità scolastica rimane indietro ad aspettare che si sciolgano le tante, troppe incertezze dei decisori: un gap che va recuperato e superato.
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