Nutrire la città
Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita: era il titolo di Expo Milano 2015, l’Esposizione universale che si è tenuta a Milano il 2015. E’ stato un evento di grande richiamo e i visitatori hanno avuto l’opportunità di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della Terra.
Expo Milano 2015 è forse stata la prima esposizione della storia a essere ricordata soprattutto per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello planetario.
Partiamo da qui per ragionare su una opportunità che potrebbe vedere diversamente ma altrettanto validamente declinata la sostanza educativa dell’evento di Milano. Perché con gli scarti organici non nutriamo gli spazi verdi delle nostre città?
Facciamo un esempio. Ogni anno, a Pescara, si producono poco più di 20.000 tonnellate di scarti organici che vengono in parte intercettati da un servizio dedicato di raccolta (porta a porta) e per la restante quota conferiti insieme all’indifferenziato: entrambi i casi generano delle spese di gestione.
Se solo volessimo considerare quelli di trasporto e conferimento ad un impianto, ipotizzando un valore di 100,00 € a tonnellata, il costo economico di questa partita sarebbe di 2 milioni di €, 50,00 € a carico di ogni famiglia. Ma l’importo reale delle voci di trasporto e conferimento è maggiore di 100,00 € a tonnellata e quindi la “partita” è ancora più alta.
I rifiuti umidi, almeno quelli intercettati, finiscono in impianti di compostaggio per la produzione di compost, che poi viene immesso dai produttori nel relativo circuito commerciale di vendita. Cosa ci guadagnano i cittadini da questa faccenda? Sicuramente vedere risolto un quotidiano problema di smaltimento di rifiuti, il che, trattandosi di organico, non è poco.
Ma la storia potrebbe essere diversa? Si, perché in altri luoghi lo è. Facciamo bene attenzione a quali sono le voci di costo: il trasporto e il conferimento ad un impianto (ci sarebbe anche il servizio di raccolta, che per adesso tralasciamo). Se noi ipotizzassimo di poter gestire localmente gli scarti umidi avremmo eliminato entrambe le voci, ed in più potremmo avere a disposizione il prodotto ultimo del processo, il compost, nella misura cautelativa di circa 5.000 tonnellate l’anno per … nutrire la città, gli spazi verdi della città.
Si potrebbe aprire un capitolo tutto nuovo sulle aree verdi, sul loro significato e sul loro valore, e la cosa non farebbe che rafforzare le argomentazioni di cui sopra.
Ci limitiamo a dire che con 5.000 tonnellate di compost si fertilizzano 200 ettari di suolo agricolo (Pescara ha una superficie, urbana, di 3.300 ettari). Nutrire gli spazi verdi della città, quindi, con il grande vantaggio di farlo risparmiando i costi di trasporto e conferimento di scarti organici, che oggi sono rifiuti.
Una città curata dai cittadini, con la possibilità di creare anche occupazione, reddito, perché i 2 milioni “cautelativi” spesi attualmente resterebbero in città per anni!
Aggiungiamo in coda che, con un efficiente sistema di rete, potremmo irrigare i nostri spazi verdi con le acque eutrofiche del depuratore comunale che invece di essere riversate nel fiume, ad arricchire con nutrienti le acque di balneazione, potrebbero finire nei terreni di aiuole, giardini e parchi pubblici, facendo cambiando letteralmente colore e aria nostra città!