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Servizi ecosistemici fuori luogo

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Premesso che la colpa assoluta e primaria dell’abbandono di un water lungo la Nazionale Adriatica sud che attraversa la Riserva Dannunziana è di chi si è reso autore dell’irresponsabile gesto, dopo la mia segnalazione mi aspettavo un intervento di rimozione più tempestivo da parte di Ambiente, sempre efficiente nel rispondere alle sollecitazioni da parte dei cittadini. Ma evidentemente questa volta l’azienda deve essere presa da altro. E allora mi soffermo di nuovo su questa incresciosa situazione per il segnale di trascuratezza e di abbandono che trasmette e che non si addice ad un’area protetta, ma neanche a quasisasi altra area urbana, se non deputata.
Quello che in effetti sta accadendo è il contrario di ciò che ci si sarebbe dovuto attendere, ma forse anche perseguire e sostenere nel tempo: ovvero che fosse la Riserva a contaminare il suo intorno, estendendo la sua dinamica evolutiva al di fuori dei suoi confini amministrativi e che nello spazio di espansione ne venissero agevolati i preziosi servizi ecosistemici.
Invece si ha la sensazione che stia accadendo l’opposto, e cioè che l’area protetta venga contaminata da quello che avviene al suo esterno, con una invasione delle usanze antropiche cittadine, di fruizione massiva e spesso di predazione e di consumo, riservate a giardini urbani, soggetti ad altri regimi gestionali.
L’immagine del “vaso” abbandonato ai margini del bosco, che tra l’altro, dopo l’invasione stradale del Pendolo e l’incendio, dà segni di stanchezza e di cedimento, rattrista molto e sembra restituire una immagine di sconfitta, a partire dal piano di inciviltà di chi si è reso colpevole dell’abbandono doloso del sanitario, a cui evidentemente il messaggio della presenza della Riserva Dannunziana non è arrivato. Come forse a tanti altri. E dopo oltre venti anni dalla sua istituzione tutto ciò è inconcepibile!
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