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Strade a rifiuti zero

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Pescara – La foto allegata è di qualche giorno fa, per cui può darsi che l’area nel frattempo sia stata ripulita, anzi sarà stata sicuramente bonificata. Ma potrei tirarne fuori tante altre dal mio archivio, dello stesso tenore, se non peggio, per dimostrare che passando tra qualche giorno troverei la medesima situazione. L’ho già fatto.
E ho anche già scritto al riguardo,  dicendo sempre le stesse cose. Non si tratta di una condizione fortuita, casuale e occasionale, ma di una vera e propria DISCARICA, trovandosi, in bella vista,  presso uno snodo cruciale del traffico urbano, sia automobilistico che ciclistico.
Infatti proprio qui Via Valle Roveto interseca la pista ciclabile lungo fiume nord; e mentre le auto, con il loro abitacolo, più o meno nascondono la scena alla vista dei pochi passeggeri trasportati, per le bici, ma anche per i pedoni, significa passare praticamente dentro questo luogo ameno e, viste le basse velocità, rendersi contro del contesto.
Oltre all’inciviltà indifendibile di chi conferisce, va però stigmatizzata anche una certa resistenza di chi svolge il servizio, o di chi per competenza, a eliminare questa postazione: sono anni che la condizione è nota, tanto da ritenere che quello che qui avviene sia tollerato.
Che ci sia una telecamera o meno, la cosa non cambia: quello che l’ammasso di ingombranti rileva testimonia ancora la presenza di consolidate sacche di resistenza alla diffusione e alla pratica di una sana e avanzata politica della gestione dei rifiuti, evidentemente ancora immatura e magari più attenta alla pulizia dei luoghi, ma non sempre, piuttosto che a sostenere la consapevolezza civica e un buon grado di responsabilità individuale.
Da questo punto di vista, in questi mega cassonetti, seppur cromaticamente distinti, l’assenza del coperchio è un invito a depositarvi di tutto, ma a contaminare anche l’intorno, che non merita evidentemente una diversa attenzione.

Nel suo complesso questa postazione è un brutto segnale per la città, un evidente esempio di assenza di dialogo e di comunicazione; si, perché le condizioni affinché tutto ciò non si verifichi ci sono eccome, vanno solo messe in atto.

Ad esempio a partire dalla rimozione dell’isola ecologica e la sua sostituzione con un piccolo spazio verde, ripristinando la fontana, che una volta c’era, come anche gli stalli bici di servizio a due panchine, e sistemando un bel pannello informativo che magari racconti il bello di una città più decorosa, da girare, perchè no, proprio sulle due ruote. Pescara città ciclopolitana, si scorge su qualche vecchio depliant.

Giancarlo Odoardi – Rifiuti Zero Abruzzo
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