Una tonnellata in meno di CO2 con 6 mila km in bici!
Sono quelli che ho fatto e superato quest’anno in bicicletta, soprattutto in città, essenzialmente per andare al lavoro e tornare a casa, quattro volte al giorno. Che, facendo due conti, fanno 16 km e rotti al dì. Ma togliendo i weekend e qualche giorno di riposo, significa che in certi giorni ne ho fatti di più. A questi vanno aggiunti quelli delle uscite simil agonistiche ovvero cicloturistiche che hanno dato un bel contributo, compensando tra l’altro le tante volte in cui non mi sono cronometrato.
Ho un’auto a metano che ovviamente sta quasi sempre ferma. Se ci avessi voluto percorrere gli stessi km, avrei dovuto fare circa 15 rifornimenti per una spesa di circa 600,00 €. Ma quanta CO2 ho evitato di immettere in atmosfera? Stando alle tabelle di Quattroruote, 1.360 kg. Considerando che con il metabolismo basale una persona ne produce circa 365 kg anno, con i miei spostamenti ciclistico ne avrei risparmiato quasi 1.000 (una tonnellata). Moltiplicando per 100, 1.000 o 10.000 persone in bici piuttosto che in auto, si ha facilmente idea di quanta CO2 si eviterebbe di immettere in atmosfera semplicemente adottando una diversa modalità di spostamento (le cifre ovviamente cambierebbero, anche se di poco, in caso di benzina, gasolio o gpl).
Poco più di 4.000 km è la distanza che separa Pescara da Dubai, negli Emirati Arabi dove si è appena conclusa la COP 28,. L’impegno sottoscritto da tutte le parti è stato denominato “transitioning away”, che in sostanza significa: “Abbandonare i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l’azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050, in accordo con la scienza”. Dubito che la parola bicicletta sia stata inserita nel documento condiviso, ma nel suo mondo relativamente piccolo consente di andare proprio nella direzione dichiarata, tra l’altro in modo semplice e immediato, e alla portata di tutti noi.