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Vieni, c’è una strada nel bosco…

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Pescara – A passarci a piedi o in bici, essendo ancora interdetta alle auto, così viene da canticchiare lungo i 600 metri di strada realizzati all’interno della Riserva Dannunziana, a completamento del cosiddetto Pendolo, l’ampio asse viario di veloce scorrimento automobilistico realizzato a mo’ di  circonvallazione interna della città con l’obiettivo di liberarla dal traffico di attraversamento. Senonché questo tratto finale è largo solo 8 metri, a differenza dei 15 di quello più a nord ovest, e ha già incorporato il limite 30: qui dovranno passare, stando ai dati del PGTU, circa 10 ml di veicoli l’anno.
All’interno della Riserva: è lì  che è stata realizzata la strada, non all’esterno e neanche nelle adiacenze, come sarebbe stato logico aspettarsi, optando per la banale sovrapposizione alla preesistente  Via Pàntini. Invece si è scelto di abbattere un pezzo marginale di area protetta,  con circa 50 alberi, querce e soprattutto pini. Perché?
La  risposta è stata stampata su un cartello, non di cantiere come dichiarato dall’autore, che da quelle parti e da quel tempo fa ancora bella mostra di se. “Sono quelli che hanno redatto il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Dannunziana ad averlo deciso, già 15 anni fa”, sembra recitare il tabellone, elaborato proprio da chi presidiava i lavori di apertura del tracciato per conto dell’ente appaltante, il Comune, e poi fatto apporre dalle maestranze dell’impresa. Durante i preparativi ne ostentava, su FB,  la cura e la precisione temporale, valutando come interessante anche l’ipotesi di farne dei volantini da distribuire ai cittadini.
Il cartello una volta o l’altra verrà rimosso, ne sono certo, o quanto meno lo auspico. Quella che invece resterà sarà la ferita inferta alla pineta, prima togliendo uno stato protettivo esterno, poi staccandone un lembo e infine aprendo il varco alla contaminazione automobilistica. Poi magari quelli che ci passeranno diranno anche: “Che bella questa strada nel bosco!”
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