Di Giancarlo Odoardi

MobilitàPrimo piano

Zone scolastiche

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E se via del Concilio diventasse una grande piazza verde, davanti la scuola, la chiesa e tra i palazzi?
Le “zone scolastiche” sono state istituite il mese di luglio dello scorso anno dal Decreto Semplificazioni (n. 76/2020). Si tratta di una zona urbana in prossimità della quale si trovano edifici adibiti ad uso scolastico, in cui è garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente, istituita dal Comune con apposita ordinanza e delimitata lungo le vie di accesso da appositi segnali di inizio e di fine. Nelle zone scolastiche urbane possono essere limitate o escluse la circolazione, la sosta o la fermata di tutte o di alcune categorie di veicoli, in orari e con modalità definite con ordinanza del sindaco; queste limitazioni ed esclusioni non si applicano a scuolabus, ad autobus destinati al trasporto degli studenti o degli alunni, né a titolari di contrassegno invalidi. In sostanza le “zone scolastiche” sono una strada (o una piazza) adiacente a una scuola, molto diffuse in numerosi Paesi esteri, in cui viene vietato (temporaneamente o in modo permanente) il traffico degli autoveicoli in modo che tutti possano raggiungere la scuola in sicurezza. Il transito viene consentito a pedoni, bici, mezzi per il trasporto dei disabili e scuolabus. A cosa potrebbero servire le “zone scolastiche”? Qualche spunto:

  • a favorire l’autonomia dei bambini: i livelli di autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni sono tra i più bassi a livello internazionale influendo negativamente sullo sviluppo delle loro capacità di orientamento e socializzazione e sulla costruzione della fiducia nelle proprie capacità;
  • a incentivare modalità di spostamento attive, come l’andare in bici o il camminare, a favorire il gioco libero e la socializzazione;
  • a preservare la salute dei bambini, del loro apparato respiratorio in particolare, in ragione dell’inquinamento causato della presenza di auto;
  • ridurre i tassi di incidentalità: gli assembramenti di auto che sostano spesso in doppia fila davanti alle scuole sono spesso all’origine di incidenti che coinvolgono i bambini.

Le zone scolastiche dovrebbe invece essere da tempo una scelta di buon senso, senza aspettare decreti o leggi. Un luogo simbolico, a Pescara, in cui potrebbe essere adottata la nuova opportunità, è Via del Concilio. Guardiamola dall’altro.


Per chi la conosce è un grande parcheggio che occupa tutta la piazza, come si faceva una volta, ma anche ora, di fronte alla primaria “Dante Alighieri”. La scuola, cioè, ha davanti al proprio ingresso un parcheggio di ben 60 posti auto, ad uso della scuola e delle persone che abitano e lavorano nelle prossimità (magari anche dei fedeli della chiesa). Un parco urbano mancato di 1.500 mq, ad uso della scuola (che infatti non ha uno spazio verde) e dei cittadini, a cui potrebbe inizialmente essere assegnata la funzione di “zona scolastica”, nei momenti di ingresso e uscita, consolidandone più avanti la evidente vocazione ad essere piazza con verde attrezzato (non parcheggio).
La scuola invece è circondata di auto: dietro, lungo via Perugia, e lateralmente, lungo via Firenze e via Bologna, vi sono ben più di altri 60 posti auto e poi, lontano da sguardi indiscreti, il grande parcheggio di via Ostuni, con oltre 150 posti, con altri ancora lungo via Avezzano e via Bologna, per forse oltre 500 posti auto.
Una scuola, a cui accedono oltre 400 ragazze e ragazzi e poi insegnanti e corpo non docente, quindi completamente circondata di auto, che nei momenti “più caldi” invadono qualsiasi spazio accessibile e non, e lì restano per un tempo indefinito, sottraendo luoghi di socializzazione e di incontro a forse migliaia di persone.
Uno scambio che andrebbe fatto immediatamente e da cui andrebbe preso esempio per tutte le scuole della città.

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