Raccolta differenziata del vetro:
se le istruzioni non bastano
PESCARA – I manifesti apparsi in questi giorni in città, nell’ambito della campagna di promozione della raccolta differenziata del vetro, a firma di COREVE, ANCI e del Comune di Pescara, con l’annuncio del posizionamento delle nuove campane, inducono all’ottimismo. “Stasera mi butti”, dice il claim. Ok, ma come?
La ragione della domanda sta nel fatto che non è infrequente imbattersi in bidoni della raccolta del vetro, specie quelli cd di prossimità, carrellati da 90 lt, strabordanti di sacchetti di plastica pieni di bottiglie e vasetti, spesso anche fuoiri del contenitore e con annesso anche materiale di ceramica. Nonostante l’informazione diffusa, molti continuano a conferire il vetro in modo errato.
La raccolta differenziata è un tassello fondamentale per un sistema di gestione e riciclo dei rifiuti efficiente e sostenibile. Tuttavia, il comportamento dei cittadini non sempre si allinea alle buone pratiche indicate dai regolamenti di riferimento oltre che massicce dosi di pubblicità (si pensi a quella video del “separa il tappo dal vasetto e togli sempre il sacchetto“). Questo perché molte persone tendono a conferire i rifiuti nel modo più comodo: buttare nei bidoni bottiglie e vasetti direttamente con le buste fa risparmiare tempo, ma compromette la qualità della raccolta. In molti casi, il problema non è solo la mancata informazione, ma la difficoltà nel trasformare la teoria nella pratica quotidiana.
Affidarsi unicamente a campagne di sensibilizzazione, come cartelloni e avvisi, potrebbe non essere sempre sufficiente. Se da un lato questi strumenti hanno il merito di ribadire concetti fondamentali, dall’altro non incidono abbastanza sui comportamenti errati. Il conferimento scorretto del vetro può derivare da indicazioni generali non sempre facilmente intercettabili, e un cartello che vieta le buste di plastica potrebbe non essere notato o interpretato correttamente. Chi utilizza un sacchetto per trasportare il vetro potrebbe essere poco propenso a svuotarlo nel bidone anche per semplice pigrizia o mancanza di consapevolezza.
E quindi? Per migliorare davvero la qualità della raccolta differenziata forse è necessario un approccio più articolato, che vada oltre la semplice affissione di manifesti e diffusione di spot. Alcune strategie utili potrebbero ad esempio prevedere un maggior coinvolgimento della popolazione, magari con la diffusione di “inoculi positivi” fatti da persone più sensibili e vicine alla cittadinanza, educatori e educatrici di quartiere o meglio di condominio, che si rendano disponibili ad essere vettori di informazioni e di istruzioni. Costoro potrebbero poi spendere la loro presenza informativa anche su altre frazioni, con un utile effetto traino, a cui poi aggiungere sistemi premianti per chi differenzia correttamente, per stimolare comportamenti virtuosi.
In sintesi, la raccolta differenziata non è solo un dovere imposto all’utenza, ma un atto di responsabilità collettiva. Per migliorare il sistema servono sicuramente buone strategie da parte di chi lo gestisce, a cui va sempre riconosciuto l’impegno, ma anche maggiore attenzione e collaborazione da parte dei cittadini. Il cambiamento può partire sicuramente da una buona informazione, manifesto, calendario o spot che sia, ma deve completarsi con un comportamento consapevole, quotidiano e condiviso.