Educazione: roba che si costruisce insieme
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Qualche giorno fa la mia attenzione è stata attirata da un avviso posticcio aggiunto con lo scotch alla locandina ufficiale di Ambiente S.p.A., anch’essa affissa allo stesso modo sul vetro della porta del condominio, con informazioni relative al calendario di raccolta dei rifiuti del servizio porta a porta.
Il tono imperioso utilizzato da chi ha scritto l’invito tradisce una evidente criticità interpretativa dello schema predisposto dall’azienda, e le freccette fanno capire dov’è l’inghippo: l’azienda raccoglie un giorno, la mattina, e l’utente conferisce lo stesso giorno, la sera, e quindi non ci si trova con gli orari. Da nessuna parte è scritto chiaramente che i rifiuti vanno “conferiti” il giorno prima di quello della “raccolta”, nell’orario indicato. E anche la nota aggiuntiva insiste sul concetto sbagliato, citando il giorno del “ritiro” e non della “consegna”. È solo una questione di corretta comunicazione, che si esercita in due: uno trasmette e l’altro riceve, usando la convenzione delle parole, dei segni, dei colori, dei suoni, e quant’altro, di comprensibile, possibilmente.
Sulla scorta di questa riflessione, assorto nei pensieri della colazione, alcune mattine fa mi sono saltate agli occhi le dettagliate istruzioni riportate sulla parte laterale della confezione di un formaggio fresco. Tutto chiaro, tranne il rimando al regolamento del mio comune che mi ha lasciato un po’ dubbioso (ma per l’azienda produttrice ci sta, se non per il fatto che questo formaggio viene distribuito in tanti punti vendita in Italia). Ma il problema è un altro: chi legge quell’etichetta?
E poi … me le sono andate a cercare, pur avendolo già fatto altre volte. Ma questa con più attenzione, su due confezioni, una di cioccolato e l’altra di gelato. Anche qui, informazioni dettagliate, ma viene di nuovo suggerito, ma a questo punto credo sempre, di verificare le disposizioni del proprio comune.
Sono convinto della bontà dell’iniziativa, che sicuramente sarà obbligatoria da una norma europea sull’ecolabel, l’etichetta che fornisce le corrette informazioni ambientali; ma allo stesso modo dubito che il messaggio raggiunga i destinatari (sperando ovviamente di sbagliarmi in modo clamoroso).
Rimane un dubbio profondo: non tanto per la mancata intercettazione dell’etichetta e relativa lettura (a volte il carattere da contratto assicurativo o da bugiardino non rende la cosa agevole), quanto per il fatto che il sistema si ritenga convinto dall’aver raggiunto il destinatario del messaggio, e che quindi abbia assolto all’obbligo della comunicazione (come nel condominio).
Non bisogna a questo punto limitarsi a spingere l’informazione verso l’utente, modalità “push“, ma fare in modo che l’utente la prenda, modalità “pull“, quindi la comprenda e che sia consapevole del suo contenuto.