Il senso della misura
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Pescara – Via Mazzarino e Via Tibullo costituiscono un asse stradale che si estende tra Piazza Salvo d’Acquisto e Piazza Luigi Gonzaga, intersecando via Marconi e Via Benedetto Croce. Ci passo spesso in bici, e mi sorprendo ogni volta: inquadrate in un contesto europeo, da queste due vie si potrebbero ricavate interessanti soluzioni urbanistiche, mentre qui sono ridotte ad un immenso parcheggio automobilistico. Alcuni numeri.
L’asse stradale, lungo circa 500 metri, ha una sezione, da palazzo a palazzo, di 24 metri, composta da 2 marciapiedi laterali di circa 2 m ciascuno di larghezza, due corsie stradali mono direzionali di 3,5 m ciascuna, e ben quattro linee di parcheggi lineari, due laterali e due centrali, ognuna di 2 metri, per un ripartizione di 4 metri destinati a marciapiedi, 7 a corsie e 8 a parcheggi. Al centro vi è un lungo filare di alberi, di poco oltre 50 individui, tra platani, lecci e robinie. Curiosamente questa parte sembrerebbe essere destinata, per via di qualche arredo urbano, all’uso pedonale, ma ovviamente è da sempre una inevitabile estensione della sosta delle auto, complessivamente presenti sull’intero tracciato con un numero difficilmente inferiore a 400 unità. In altre parole, tutta l’area, che si estende per poco più di un ettaro (12.000 mq), è destinata per 2.000 mq ai pedoni (15%) e per 10.000 alle auto (85%). L’ombra degli alberi, ipotizzando una chioma generosa di 25 mq, quindi per un totale di 1.250 mq, poco più del 10% dell’area, è tutta riservata alle automobili, mentre i marciapiedi ne sono completamente sprovvisti.
E’ una via assolutamente commerciale, piena di negozi di tutti i tipi: i titolari coglierebbero una grandissima opportunità di sviluppo se i rapporti di occupazione dello spazio fossero completamente invertiti, come anche i residenti, di tutte le età, acquisterebbero la disponibilità di una zona di socializzazione di particolare pregio: se il verde venisse incrementato, per collegare con un nastro verde le piazze agli estremi, e gli arredi decisamente migliorati, con giochi e luoghi di incontro, sarebbe un bellissimo esempio di Rambla pescarese!
E’ quello che io mi aspettavo quando, non molti anni fa, ho visto rifare letteralmente la pavimentazione, che ancora resiste ma ora finita sotto le ruote delle automobili, completamente ammalorata. Oggi questo è un luogo degradato, un garage all’aperto in piena regola, in cui imbattersi in immagini come quella della foto è la norma, come anche di auto parcheggiate su scivoli e strisce pedonali, ferme quel solo attimo necessario a sbrigare veloci faccende, ma al contempo, minuto dopo minuto, tutte insieme e per tutti i giorni dell’anno, a erodere e consumare la qualità di vita di chi lavora, risiede o transita, a piedi o in bici, in questo pezzo di città.