Piantare alberi per un grande parco: decisamente una buona idea!
I Paesi membri dell’Unione europea sono tenuti ad attuarne le relative politiche. Regolamenti, direttive: ogni singola nazione deve recepire detti atti e trasformarli in norme statali. Le direttive del 2018 sull’economia circolare, ad esempio, sono diventate legge in diversi settori. Ma le politiche, prima delle norme, si nutrono di obiettivi e strategie. Sel tema della biodiversità, ad esempio, l’Europa ha predispposto una specifica strategia per il 2030. Tra gli obiettivi vi è di piantare 3 miliardi di alberi entro il prossimo decennio. Impressionante? Forse no, perché in fondo significa 6 alberi per ogni europeo (ne siamo 450 ml), ovvero 1 albero a testa ogni 1,5 anni. Si può fare, no?
In rete è facile rinvenire il progetto FORESTAMI, un piano di forestazione urbana del 2019 per l’area metropolitana di Milano che prevede di far mettere radici a 3 milioni di alberi entro il 2030, uno per ogni milanese dell’area metropolitana. Il territorio oggetto dell’intervento conterebbe ad oggi circa sei milioni di alberi, per cui tra dieci anni il patrimonio verrebbe aumentato del 50%. E la nostra città, Pescara?
Il patrimonio arboreo cittadino è di circa 25.000 alberi. Cosa potremmo fare? Siccome siamo in Europa, volendo condividerne nel piccolo le relative politiche, potremmo cominciare a ragionare su come fare per stare dentro la strategia sulla biodiversità. Però piantare 4 alberi a testa entro il 2030, comincia a fare quasi mezzo milione di alberi, un po’ troppi. Allora, potremmo copiare i milanesi: 120 mila alberi. Accidenti, ma sono 4 volte di più di quelli che abbiamo oggi!
Tra l’altro gli alberi occupano giustamente spazio: per una proiezione a terra di una chioma di una pianta adulta scegliamo la misura di 10 mq. Significa 1 milione e 200 mila mq, ovvero 120 ettari! Se scegliessimo l’opzione europea, sarebbero quasi 500 ettari! Se solo volessimo considerare la Riserva Dannunziana, che si estende per poco più di 50 ettari, sarebbe come averne altre 10!
Quali siano le funzioni della vegetazione non stiamo qui a raccontarlo. Ma due per tutte vogliamo segnalarle: assorbimento dell’anidride carbonica CO2), la cui concentrazione in atmosfera oggi è giunta a oltre 420,00 ppm, provocando l’effetto serra e quindi i cambiamenti climatici, e poi produzione di ossigeno, di cui si nutrono gli apparati respiratori di tutti gli animali, compresi noi. Ad aprire uno spiraglio a questo ragionamento allora si possono lanciare due idee:
- a Pescara il tasso di motorizzazione auto è di 640 macchine per 1.000 abitanti: tradotto, circa 70.000, che devono essere parcheggiate, occupando staticamente 10 mq, curiosamente tanto quanto un albero. Se dimezzassimo i parcheggi potremmo già avere spazio per 35 mila alberi (che svolgono le funzione richiamate);
- appena fuori i confini amministrativi della città, in direzione nord, ovest e sud, ci sono molte aree “agricole” ovvero verdi. Un parco periurbano dalle estensioni suddette non sarebbe poi tanto impossibile, anzi, forse desiderabile se lo includessimo nello scenario della Nuova Pescara;
- ma prima di tutto c’è un grande spazio al centro della città che costituisce una occasione unica e irripetibile per adeguarsi agli obiettivi europei sulla biodiversità. Cominciare da qui sarebbe decisamente meglio.
In ogni caso non potendo piantare tutti gli alberi insieme, potremmo fare un po’ alla volta, anno per anno. Però fanno sempre 20 mila alberi ogni volta. Se facessimo 25 mila, il raddoppio dell’attuale dotazione, potremmo quasi farcela per il 2029, prima ancora del 2030 europeo.