Rifiuti e dintorni

Possibile un Natale plastic free?

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PESCARA – Durante le festività natalizie, la mia famiglia, riunita con parenti e amici, ha prodotto, oltre che carta e soprattutto organico, un bustone di rifiuti di plastica (con dentro un po’ di lattine e scatolette): a spanne quasi 1,5 kg. Questo dato, che a prima vista può sembrare insignificante rispetto al peso di carta e dell’umido, a guardare il sacco prodotto si traduce in un volume considerevole, specie se moltiplicato per migliaia di famiglie.

Quanta plastica, in particolare, e metallo sarà stato prodotto a Pescara durante le festività natalizie? Quale sarà stato l’impatto complessivo della produzione di rifiuti in questo periodo particolare? Sicuramente Ambiente spa sarebbe e sarà in grado di dirlo, occupandosi della loro raccolta. Ma se intanto guardiamo i dati forniti da ISPRA nel suo  Catasto Nazionale Rifiuti, viene fuori che la città, con una popolazione di 118.634 abitanti, lo scorso anno ha prodotto complessivamente 60.581 tonnellate di RSU, il 10% della Regione!

La raccolta differenziata si è attestata al 48%, con una produzione di 29.122 tonnellate, di cui, tra le frazioni più importanti: 6.665 t di carta e cartone, 10.650 t di frazione organica, 1.934 t di plastica, 1.178 t di metallo, 3.331 t di vetro. Il totale dei rifiuti prodotti pro capite è stato di 510 kg, mentre la raccolta differenziata è stata di 245,48 kg.

E’ bene ricordare che il metallo (alluminio o banda stagnata) ha un’origine “nobile”, essendo derivato da minerali, e ha un alto tasso di riciclabilità. La plastica, invece, deriva dal petrolio, una risorsa fossile non rinnovabile. Quindi, sebbene entrambi i materiali generino rifiuti, l’impronta ambientale della plastica è lungamente più critica, soprattutto in termini di emissioni di CO₂ e microplastiche.

Le festività, in genere e quindi anche natalizie, rappresentano un momento di maggior produzione di rifiuti. Una parte considerevole di questi è costituita dagli imballaggi che riflettono una cultura commerciale del consumo, legata alla distribuzione delle merci.

Questo fenomeno è particolarmente evidente nel settore alimentare (penso alle bottiglie di acqua), dove gli imballaggi monouso prevalgono per ragioni pratiche, ma finiscono per generare una grande quantità di rifiuti plastici difficili da gestire. Se guardo come riferimento al mio bustone di plastica, con qualche lattina, posso ipotizzare che una città come Pescara, con decine di migliaia di famiglie, abbia prodotto un centinaio di tonnellate di rifiuti aggiuntivi solo durante il periodo natalizio.

In un contesto come questo, campagne cittadine per richiamare l’attenzione della popolazione sull’importanza di ridurre i rifiuti durante le festività sarebbero estremamente utili, non solo per diminuire l’impatto ambientale, ma anche per rafforzare il senso di comunità e responsabilità collettiva, che dovrebbe vedere impegnato anche il settore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO).

Un impegno comune sarebbe un segnale importante di sensibilità verso le tematiche ambientali e di consumo consapevole delle risorse: trasformare un momento di produzione elevata di rifiuti in un’occasione per dimostrare il proprio impegno per l’ambiente è strategico e prioritario, più della capacità, ovviamente virtuosa, di fare una buona raccolta differenziata.

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