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Dagli “amici del riciclo” alle “guardie ambientali”: sarà la volta buona?

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PESCARA – È indubbio che lo sforzo che Ambiente spa sta mettendo in atto per portare la città di Pescara verso performance vicine a quelle di realtà più virtuose, sia nazionali che europee, sia evidente e significativo. E non privo di ostacoli, ovviamente, visto che la necessità di cambiare abitudini consolidate nel tempo, per riallocarle su un nuovo e inevitabile piano di sostenibilità ambientale, non è e non sarà un’impresa né facile né immediata. Ma prim’ancora forse si è alle prese con una questione economica, perché gestire male i rifiuti costa, e anche parecchio, mentre effettuare una buona raccolta differenziata consente di sviluppare grandi economie e soprattutto, consumando meno e producendo meno scarti, di essere più resilienti.

A spingere la città verso una migliore prestazione ambientale ci potrebbero essere le “guardie ambietali”, di affiancamento ai cittadini ma operative anche sul fronte delle sanzioni. Ma questa non è una storia nuova per Pescara, anche se diversa da una precedente. Mi torna in mente una iniziativa del 2008, 15 anni fa, dell’allora “ATTIVA spa – Industria del recupero”, quando, sostenuta da un  contributo della Regione Abruzzo e del Comune di Pescara, varò un progetto finalizzato alla costituzione di una comunità di interesse attiva in tutta la città, denominata “AMICI DEL RICICLO”, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare gli abitanti sui vantaggi economici ed ambientali di una corretta gestione dei rifiuti.

In sostanza si trattava di costituire, intorno ad una sorta di MANIFESTO, ovvero un elenco di buone pratiche, un  gruppo privilegiato di volontari da coinvolgere per organizzare iniziative ed eventi. Coloro che, fra gli “Amici del Riciclo”, fossero stati interessati a partecipare attivamente alle iniziative di comunicazione organizzate da Attiva, mettendo a disposizione parte del proprio tempo libero, avrebbero costituito la rete di educatori ed informatori ambientali, ricevendo una adeguata formazione sui temi della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti, una pettorina, un tesserino di riconoscimento, ed un kit di attrezzature da utilizzare durante le attività divulgative.

L’obiettivo della rete degli “Amici del riciclo”, in sintesi, era mettere insieme ragioni e motivazioni condivise dei cittadini, chiamati a diventare in qualche modo amici del riciclo, cioè ad esprimere la propria volontà ed il proprio impegno nella raccolta differenziata, e soprattutto a maturare un atteggiamento virtuoso e consapevole sul fronte della riduzione della produzione dei rifiuti.


Questi gli obiettivi operativi di allora della rete degli “Amici del riciclo”

Tra gli “Amici del riciclo” saranno individuati utenti particolarmente disponibili e attivi che andranno a costituire la rete degli ecovolontari, ovvero un gruppo di animatori con mansioni più operative. A detti operatori possono essere affidate varie mansioni tra cui:

  • diffondere informazioni e sensibilizzare sui temi ambientali: la creazione di una cultura locale radicata sulle modalità di trattamento dei materiali di scarto richiede diversi livelli di intervento. Il rapporto diretto tra ecovolontari e territorio, tra persona radicata e il suo mondo di relazioni (amici, parenti, associazioni, parrocchia, partito, hob­by,…) è la forma più incisiva per trasferire informazioni e fare cultura;
  • costruire una rete di relazioni che permetta di ricevere e trasmettere informazioni, utilizzando i metodi tradizionali e le tecnologie informatiche e telematiche;
  • partecipare ad iniziative di diffusione delle informazioni: supporto alle serate pubbliche, punti informativi nelle piazze, distribuzione materiale e volantini, rapporti con attività commerciali e associazioni;
  • adottare una parte definita di territorio;
  • organizzare progetti specifici, ad esempio, in rapporto con i servizi sociali, attività di supporto agli anziani per la raccolta differenziata;
  • monitorare la qualità dei servizi attivi sul territorio: il potenziamento delle raccolte differenziate deve contare su un livello certo di erogazione dei servizi ed il monitoraggio e il controllo capillare di questi sono il primo passaggio per lavorare sulla qualità degli stessi.
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