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Rifiuti: dalla gestione alla prevenzione, un cambio di rotta necessario.

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PESCARA – A leggere i dati del Catasto Nazionale dei Rifiuti di ISPRA relativi al 2023 (il 2024 è di là da venire), si scopre che negli ultimi tredici anni il Comune di Pescara ha compiuto significativi passi avanti nella gestione dei rifiuti urbani, con risultati incoraggianti seppur ancora lontani dagli standard imosti dalla normativa vigente.

La produzione totale di rifiuti urbani (RU) ha registrato una lenta ma costante diminuzione. Nel 2010 si contavano circa 70.000 tonnellate, mentre nel 2023 il totale è sceso a 60.581 tonnellate, con un calo di circa il 13%. Questo interessante trend però va attribuito anche al calo della popolazione residente (da 123.000 a 118.600, circa meno 4.500 residenti!), accompagnato da cambiamenti nei modelli di consumo. Il volume complessivo resta purtroppo significativo e richiede ulteriori interventi per essere ridotto.

L’analisi della produzione pro capite evidenzia un aspetto fondamentale: sebbene la produzione totale di rifiuti per abitante sia diminuita dai 602,56 kg del 2012 ai 510,66 kg del 2023, questo dato riflette una tendenza positiva solo in parte. Infatti, la riduzione complessiva risente fortemente del calo della popolazione residente, più che di un’effettiva diminuzione nella produzione individuale di rifiuti.

La percentuale di raccolta differenziata (RD) è invece aumentata in modo sostanziale dal 23,71% nel 2010 al 48,07% nel 2023. Nonostante il miglioramento, quasi raddoppiata, Pescara resta al di sotto dell’obiettivo standard del 65%. Questo risultato evidenzia l’efficacia delle politiche locali, ma indica anche la necessità di accelerare l’adozione di pratiche più efficienti.

Per raggiungere però una vera sostenibilità, lo sforzo maggiore dovrebbe concentrarsi sulla prevenzione e sulla riduzione della produzione complessiva di rifiuti, che rappresentano il vero approccio virtuoso verso una gestione corretta delle risorse. Questo obiettivo richiede politiche mirate, tra cui l’adozione della Strategia Rifiuti Zero, con la promozione del riuso, la riduzione degli imballaggi e l’incentivo al compostaggio domestico, praticabile in numerose situazioni.

La riduzione alla fonte non è solo una necessità locale, ma è strettamente collegata agli impegni globali dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, di cui i cittadini hanno avuto modo di prendere confidenza in occasione del G7 tenutosi proprio a Pescara nel mese di ottobre dello scorso anno. Tra i 17 obiettivi dell’Agenda, il numero 12, “Consumo e produzione responsabili”, sottolinea l’importanza di ridurre la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo.

Scene rinvenibili in alcune zone della città, servite con la raccolta di prossimità, quando ai cassonetti viene dato un vero e proprio  assalto da cui poi originano situazioni caotiche (bidoni dell’organico assediati da quelli di vernice o da anonimi sacchi neri, ma anche buste “intestate” che rimangono parcheggiate per diversi giorni agli incroci stradali) sono tracce di  un cortocircuito di sistema, di cui sovente si perde il filo e che induce ad una disaffezione organizzativa dell’utente e produce una difficoltà gestionale di erogazione del servizio.

Con un impegno condiviso, magari meglio elaborato nel DUP, in esame questi giorni, Pescara potrebbe raggiungere gli standard di riferimento e al contempo diventare anche modello per la gestione dei rifiuti in Abruzzo e oltre. Ma il cammino è ancora lungo e richiede un approccio integrato tra amministrazione, cittadini e imprese.

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