Pescara e la Ciclovia Adriatica
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Apprendo dagli organi di informazione che sono prossimi lavori di sistemazione del tratto stradale compreso tra P.zza Le Laudi e Fosso Vallelunga. L’intervento dovrebbe vedere il rifacimento anche del tratto ciclabile attualmente adiacente all’asse viario carrabile, realizzato dalla Provincia di Pescara neanche qualche anno fa, e che, coincidendo con il marciapiede lato monte, vede la critica promiscuità con i pedoni. L’opera venne ampiamente e ripetutamente criticata all’epoca da diverse associazioni, soprattutto per la scelta politica, e non tecnica, che allora si mostrò debole e timorosa nei confronti di rivendicazioni di presunto spazio rubato al transito delle auto e soprattutto ai parcheggi. Chi percorre il tratto ciclabile sa bene quanto sia disagevole il transito: il fondo è ammalorato e senza manutenzione, bisogna dividere e condividere uno spazio striminzito (e fuori norma) con i pedoni, e bisogna stare attenti ai tanti passi carrai e strade laterali, con antipatici e continui saliscendi. Ma a chi utilizza le due ruote, che non è gente “appassionata” della bici ma semplicemente si sposta con quel mezzo, è anche noto quanto siano pericolosi i due attraversamenti che a nord e a sud del segmento in esame collegano i tratti lato mare con quello lato monte.
Bene, allora, anzi benissimo che si restituisca finalmente linearità al percorso e dignità a quella pista ciclabile che, voglio ricordarlo con forza, non va considerata come un semplice tracciato urbano, ma come segmento costitutivo della Ciclovia Adriatica, asse di attraversamento dell’intera costa Adriatica in quanto elemento costitutivo strategico del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (Art. 4 – L. 2/2018: Le infrastrutture della Rete Ciclabile Nazionale costituiscono infrastrutture di interesse strategico nazionale) . Al riguardo la mia speranza è che nella progettazione dell’asse ciclabile si sia tenuto conto di quanto previsto dall’Allegato A della Direttiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Protocollo 375 del 20/07/2017, contenente i “Requisiti di pianificazione e standard tecnici di progettazione per la realizzazione del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistche” di cui all’articolo 1, comma 640, della legge n. 208 del 2015. In particolare, alla voce “caratteristiche geometriche“, la norma dà chiare indicazioni circa le dimensione delle piste, che vanno ovviamente interpretate con la logica del futuro, e quindi non del minimo, ma dell’ampliamento della sede: in altre parole, da un livello “minimo”, cioè da 2,5 metri di larghezza, ad uno almeno “buono“, di almeno 3 (per la ciclovia bidirezionale, oggetto dell’intervento). Poi c’è anche l'”ottimo” con un altro mezzo metro in più, come già accade a Tortoreto e Giulianova, dove si raggiungono i 4,5 m.
Giancarlo Odoardi – Coordinatore FIAB Abruzzo Molise