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Nel segreto del … cassonetto!

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PESCARA – So che Ambiente spa sta lavorando con cura all’estensione dei servizi di raccolta differenziata porta a porta (PAP) in zone importanti della città. Non è una operazione semplice, perché oltre alla logistica, con cui intendo la localizzazione dei punti di conferimento da parte dei cittadini e di presa da parte degli operatori, che sulla carta potrebbe anche essere una operazione organizzativa, seppur complessa, gestibile, bisogna portare a casa con successo la collaborazione degli utenti. Non è cosa da poco.
Passare da un sistema di raccolta stradale, con una prevalente componente di “indifferenziato”, ad uno “personalizzato”  (PAP) comporta, soprattutto per chi conferisce, un cambio di abitudini quotidiane e prima ancora di mentalità. Il ché non è una cosa affatto scontata.
I responsabili dell’Azienda credo conoscano, a vario titolo e meglio di tutti, la qualità merceologica dei rifiuti raccolti: non basta che la città sia pulita e in ordine, e questo costituisce già un grande risultato, ma è anche necessario che il materiale conferito intercettato sia “buono”. Cosa intendo dire?
Voglio riportare tre recenti constatazioni, sapendo che l’elenco potrebbe essere, ahimè, lungo.
  1. Nel cassonetto del vetro un giorno ho trovato il resto di un lampadario. C’è una pubblicità televisiva che ricorda che insieme a bottiglie e vasetti non ci vanno la busta e il tappo. Se si hanno dubbi, si può consultare la sezione “dove lo butto” del sito di Ambiente spa per scoprire dove un lampadario può essere conferito.
  2. Adiacente alla serie di cassonetti per la raccolta di prossimità, giorni fa ho trovato un ventilatore con piedistallo. Non entrava in nessun contenitore per cui l’incauto utente ha ritenuto che lasciare fuori in bella vista il rifiuti “ingombrante” o anche “RAEE” fosse la cosa più semplice e efficace da fare.
  3. Sere fa, nel conferire il mio sacchetto di organico nel relativo bidone marrone, ho notato una insolita confezione. Pensando fosse il semplice contenitore tetrapack finito chissà perché nel contenitore sbagliato, ho fatto per prenderlo per “aggiustare” le cose. Con mia sorpresa ho sentito il peso di una confezione di latte integra, a lunga scadenza, tra l’altro ancora di là da venire.
Non so come si possa venire a capo di questa situazione, di colpevole e in diversi casi doloso conferimento, fuori da ogni regolamento, dove neanche il dubbio di poter far male frena chi si rende responsabile di questi gesti. Che potrebbero essere diffusissimi in tutta la città (Ambiente lo saprà senz’altro) e che andrebbero fatti oggetto di un attento studio oltre che di una robusta attività informativa per cambiare abitudini e comportamenti.
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